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«Gadda al cinema è stato uno spettatore neghittoso e un critico brillantemente idiosincratico, nel cinema è stato un autore eccentrico, scrupoloso e travolgente, per il cinema è stato un'occasione quasi del tutto mancata, con il cinema un compagno di viaggio in apparenza noncurante. Questo libro è la cronaca di una indagine indiziaria sulle tracce di un aspetto "minore" nella biografia e nella produzione dello scrittore milanese. Eppure il libro dimostra che è esistito un Gadda recensore penetrante, ma anche personaggio talentuoso, attore geniale e quotidiano della propria leggendaria aneddotica; un Gadda soggettista zelante, sceneggiatore erudito; un Gadda, soprattutto, filologo precoce nell'uso, elaborazione e deformazione del vocabolario nuovo nato da una tecnica che ha rivoluzionato e poi dominato in modo tirannico le forme dell'immaginario nel secolo scorso.»